L’università Bocconi di Milano è stata multata dal garante per la protezione dei dati personali con una sanzione di 200mila euro.
La sanzione è dovuta all’utilizzo, non corretto, di un sistema di controllo per gli esami a distanza, durante i mesi più duri dell’emergenza coronavirus.
I software utilizzati
Nel mirino del garante è finito l’impiego di due software della società americana “Respondus Inc”.
Il primo si chiama “Lockdown browser” utilizzato per bloccare tutte le altre attività sui computer degli studenti.
Il secondo si chiama “Respondus monitor” usato, invece, come videocamera sempre attiva per tenere d’occhio gli studenti e segnalare eventuali comportamenti anomali.
Lo studente
A sollevare la questione privacy e trattamento dei dati è stato Joseph Donat Bolton, uno studente inglese di 21 anni.
Lo studente si è laureato lo scorso luglio in scienze politiche e, a fine aprile 2020, poco dopo l’introduzione dei software “Respondus”, ha deciso di rivolgersi al garante.

Milano: multa di 200mila euro alla Bocconi
La sentenza
Nella sentenza sottolinea che:
- tali sistemi non devono essere invasivi e comportare un monitoraggio dello studente eccedente le effettive necessità;
- non si menziona la fotografia scattata dal sistema all’inizio della prova allo studente;
- il testo non indica gli specifici tempi di conservazione dei dati personali – cinque anni per il fornitore, uno su richiesta della Bocconi;
- l’informativa non menziona che i dati personali sono oggetto di trasferimento negli Stati Uniti d’America, un problema non di poco conto, perché il garante sottolinea che il livello di tutela della privacy è di livello inferiore oltreoceano.
Da qui, la decisione di sanzionare l’università milanese con 200mila euro di multa, e di ordinare lo stop all’utilizzo dei software finiti nella lente del garante.