La Lombardia è finita in zona rossa per via di un suo errore
Mentre il governatore Attilio Fontana accusava il governo di aver punito i lombardi e con la neo-assessora Letizia Moratti presentava pure ricorso al Tar, in realtà se dieci milioni di abitanti sono rimasti una settimana con i negozi chiusi e i limiti agli spostamenti, la colpa è dei dati sbagliati forniti dalla stessa Regione che hanno di conseguenza sballato il valore Rt.
La spiegazione è contenuta in una relazione tecnica dell’Istituto superiore di sanità: i dati della sorveglianza epidemiologica fornita dalla Lombardia il 20 gennaio 2021, si legge, “cambiano il numero di soggetti sintomatici notificati dalla stessa Regione.
Pertanto, una rivalutazione del monitoraggio si rende necessaria alla luce della rettifica fornita dalla Regione Lombardia”, spiega la relazione.
In serata la Regione ha diffuso una nota in risposta all’Iss: “Nessuna richiesta di rettifica, ma un necessario aggiornamento di un ‘campo del tracciato’, tracciato che quotidianamente viene inviato all’Istituto Superiore di Sanità.
Azione, condivisa con l’Istituto Superiore di Sanità resasi necessaria a fronte di un’anomalia dell’algoritmo utilizzato dall’Iss per l’estrazione dei dati per il calcolo dell’Rt, segnalata dagli uffici dell’assessorato al Welfare della Regione e condivisa con Roma”.
Rettifica dei dati
La replica dell’Iss
L’Iss poco dopo pubblica una nota: “L’Istituto Superiore di Sanità è un organo tecnico scientifico che lavora con i dati inviati dalle Regioni e Province autonome e ripetutamente validati dalle stesse. Questo – si legge sempre nella nota – avviene da 37 settimane regolarmente con tutte le Regioni e Province autonome.
La Regione Lombardia, nella settimana corrente, ha modificato i dati relativi alla settimana precedente il 22 gennaio. La modifica ha riguardato in particolare il numero di pazienti sintomatici con infezione confermata sui quali si basa il calcolo dell’Rt.
Questa variazione – conclude la nota – ha comportato la modifica della stima di Rt della settimana precedente“.
Quindi, la Lombardia era in zona rossa, ma se Fontana avesse inviato i dati corretti sarebbe finita in zona arancione, con i negozi aperti. Di fronte alle accuse di Fonta, interviene anche il ministero della Salute che esprime “massima fiducia nell’Istituto Superiore di Sanità che dall’inizio della pandemia di Covid-19 è al lavoro per affrontare l’emergenza”.