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David di Donatello 2021: le premiazioni tra commozione e standing ovation
Martina
12 Maggio 2021

Emozioni e commozione durante la cerimonia dei David di Donatello 2021: la festa del cinema italiano che dopo l’edizione in lockdown dello scorso anno, ieri sera è tornata in presenza.

Come è successo per gli Oscar, la serata si è svolta in contemporanea da due location:
gli storici studi televisivi Rai, ora intitolati a Fabrizio Frizzi, e dal Teatro dell’Opera di Roma.

Standing ovation per Sophia Loren, premiata a 86 anni, e il bellissimo discorso di Emma, la figlia di Mattia Torre.
Altra standing ovation per Gigi Proietti ricordato dall’amico Enrico Brignano, omaggio cui è seguito il ricordo degli artisti che sono scomparsi quest’anno.

 

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Reduce dalla cerimonia degli Oscar, Laura Pausini,
candidata nella categoria miglior canzone originale per il brano del film con Sophia Loren La vita davanti a sé,
la cantante romagnola ha aperto la cerimonia intonando la sua Io sì in una nuova versione dal Teatro dell’Opera di Roma totalmente vuoto.

“Il mio babbo da bambina mi ha detto che dovevo sognare in grande e io l’ho fatto perché tutti meritano di essere visti e amati per essere insieme una famiglia per tutta la vita che abbiamo davanti”.

David di Donatello 2021: le premiazioni

Miglior film

Il miglior film per questa edizione della ripartenza è Volevo nascondermi di Giorgio Diritti sulla vita di Antonio Ligabue.
La dedica “a quei film che fanno fatica a uscire e anche agli uomini che fanno fatica a uscire.
Ricordiamoci di Ligabue anche quando incontriamo un clochard che disegna una madonnina.

Ricordiamoci del valore di ogni uomo e difendiamolo finché possiamo, in ogni modo”.

Miglior canzone

Il David alla miglior canzone è andato, a sorpresa, a Checco Zalone per la sua Immigrato.
Collegato da casa, Luca Medici, scherza con il suo solito umorismo:

“Se lo sapevo venivo!
Mariangela! Qui dormono tutti, anche mio figlio. Non gliene frega niente”.

Miglior regia

Il David per la miglior regia è andato a Giorgio Diritti per Volevo nascondermi.

“Grazie alla troupe favolosa e in particolare a Antonio Ligabue senza la quale non avrei potuto fare film, uomo ai margini della società per tanti ma uomo con grande volontà di esprimere se stessi.
È come se questo grande artista fosse con noi e gli dedico questo premio”.

Il biopic sulla vita del pittore Antonio Ligabue ha portato a casa 7 riconoscimenti sulle 15 candidature.

 

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Premio per la scenografia a Mattia Torre, la figlia: “Bravo papà”

Ancor più emozionante e commovente il momento che ha visto salire sul palco la figlia di Mattia Torre, l’autore di Boris e La linea verticale, morto nel luglio del 2019, che ha ritirato il riconoscimento per la sceneggiatura originale di Figli.

A ritirare il premio e fare il ringraziamento di rito è stata la figlia dodicenne Emma, accompagnata sul palco dalla madre:

“Buonasera a tutti, voglio fare i complimenti a mio padre
che è riuscito a vincere questo premio anche se non c’è più.
Dedico questo premio al mio fratellino Nico che mi fa ammazzare dalle risate e a mia madre che non si arrende mai e ringrazio le ostetriche che fanno nascere i bambini e ai medici che cercano di tenerli qua.
Bravo papà”.

 

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Miglior attrice protagonista

Standing ovation per Sophia Loren, premiata a 86 anni per il suo ruolo in La vita davanti a sé del figlio Edoardo.

“È incredibile pensare che il primo David l’ho preso più di 60 anni fa ma è come se fosse oggi,
l’emozione è la stessa e anche di più.
La gioia è la stessa e vi ringrazio per questo applauso.
Condivido il premio con un giovane attore, il bimbo Ibrahima che nel film è stato straordinario.
Grazie a Edoardo la sua sensibilità hanno dato anima al film e al mio personaggio.
Forse sarà il mio ultimo film ma dopo tanti film ho ancora voglia di fare cinema perché senza cinema non posso vivere”.

Miglior attrice non protagonista

Il premio per la miglior attrice non protagonista va a Matilda De Angelis per il suo ruolo in L’incredibile storia dell’Isola delle Rose.

L’attrice venticinquenne emozionatissima, ha iniziato i ringraziamenti esclamando:

 “Voi siete pazzi. In 15 secondi mi vengono in mente solo parolacce.
Felicissima di questo premio che è un riscatto incredibile”.

Il presentatore Carlo Conti certifica: “Questo è proprio il tuo anno”.
Dopo il bel film di Sydney Sibilia, infatti, l’attrice romagnola è stata protagonista della serie con Nicole Kidman e Hugh Grant
The undoing e poi una delle presentatrici di Sanremo.

 

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Miglior attore protagonista

Il miglior attore protagonista è Elio Germano per il suo straordinario Antonio Ligabue in Volevo solo nascondermi.

“Voglio condividerlo con gli splendidi colleghi questo premio,
è quasi imbarazzante stare con loro qui e spero di esserlo ancora in futuro.
Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno aiutato:
chi ho intervistato, chi mi ha insegnato a dipingere e scolpire, chi mi ha aiutato con l’accento, chi ha lavorato al trucco e parrucco.
A tutti i lavoratori dello spettacolo, a tutti gli artisti, soprattutto a quelli dimenticati”.

Miglior regista esordiente

Pietro Castellitto è il miglior regista esordiente con il suo film I predatori, già premiato a Venezia.  

“Grazie ai produttori per la fiducia istintiva, alla troupe che si meriterebbe di stare qui sul palco,
divido questo premio un pezzo ad ogni attore che ha fatto il film pezzo più.
I premi fanno piacere e le sconfitte fanno creare,
un bacio a mamma e un abbraccio a papà”.

David speciale

Monica Bellucci si è collegata da Sofia, dove sta girando il sequel de La Befana vien di notte, per ringraziare:

“Sono onorata di ottenere questo riconoscimento speciale per me che condivido con tutti i premiati e i candidati con la speranza che l’arte con tutte le sue forme trovi nuova vita.
Dedico il premio alle mie bambine”.

Migliori scenografie e costumi

Il David alla miglior scenografia è andata a Volevo nascondermi il film sulla figura di Antonio Ligabue,
mentre il premio per i migliori costumi a Massimo Cantini Parrini al quinto David di Donatello per il film Miss Marx. 
Parrini era accompagnato dalla mamma che gli è stata vicina fin dall’inizio della carriera.

 

Miglior documentario

È Mi chiamo Francesco Totti di Alex Infascelli a vincere il premio Cecilia Mangini come miglior documentario.
Tratto dall’autobiografia del calciatore intitolata Un capitano, scritta con Paolo Condò, racconta l’ultima notte prima dell’addio al campo tornando a ritroso fino all’infanzia e alla primissima parola pronunciata: “Palla”.

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