Versace deve ricevere una somma pari a €751 mila euro da parte del Comune di Milano, per una vecchia storia riguardante la concessione del negozio in Galleria Vittorio Emanuele.
Versace ed il suo store in Galleria Vittorio Emanuele
Il battibecco tra la casa di moda e Palazzo Marino risale ad una storia di vecchia data. Prima del 2019, per far subentrare un’altra insegna a quella che voleva lasciare il posto era possibile cedere il ramo d’azienda. Versace fece così con il negozio di argenteria Bernasconi che, nel lontano 2014, cedette il suo ramo d’azienda alla maison per 15 milioni di euro. Nonostante l’anticipato trasferimento del negozio Bernasconi, la concessione restava ad esso fino al 2020, motivo per cui Versace chiese il rinnovo della concessione prima della scadenza del 2020.
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L’asta del Comune di Milano
Il Comune di Milano lanciò comunque la gara, che venne vinta da Dior con ben 38 rilanci e giunse ad un canone annuo di 5 milioni di euro. Ad oggi, probabilmente, è l’affitto più alto pagato in Galleria in relazione ai metri quadri di superficie dei negozi. All’asta parteciparono grandi big come Prada, Yves Saint Laurent, Hermès, MaxMara e molti altri. Tuttavia, Versace ha presentato un ricorso per ottenere una indennità in seguito al mancato rinnovo.
Il verdetto finale
Il tribunale oggi ha deciso: il Comune di Milano dovrà pagare 751 mila euro alla griffe di moda. Nondimeno, Palazzo Marino ha deciso di fare ricorso esplicando che il tribunale non sarebbe l’organo competete adeguato a questo caso. È già successo in altri casi, dove le aziende con contratto scaduto e non rinnovato, hanno chiesto l’indennità di fine rapporto, trovando però l’opposizione da parte dei giudici amministrativi.