Comunicazione non verbale: i comportamenti che valgono vale più di mille parole tra i milanesi.
Secondo gli esperti, il linguaggio del corpo aiuta per oltre il 50% a far arrivare accuratamente al destinatario il nostro messaggio.
Scopriamo il significato celato dietro i gesti, la postura e la mimica facciale del milanese imbruttito.
Milanesi sotto la lente d’ingrandimento
La camicia aperta: preparazione al weekend
Il white collar che finalmente toglie la cravatta, il cameriere a fine turno, l’impiegato o il lavoratore pubblico che allenta la presa dell’outfit imposto dal datore di lavoro: tutti segni che si sta avvicinando la fine del turno o il termine della settimana lavorativa.
Il weekend o i giorni di riposo sono vicini!
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Controllare ripetutamente il cellulare: noia o nervosismo
Tattica usata non solo per intrattenersi in momenti di noia, ma anche dopo aver posto una domande scomode. Pochi lo sanno, ma lo stratagemma di inventarsi una telefonata o rispondere per finta ad un messaggio, mentre il nostro interlocutore sta parlando, è nata a Milano.
Rappresenta una prova del nove per capire se la persona che abbiamo davanti tende a cadere nelle trappole.
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Camminare in loop avanti e indietro: è solo fame
Quando tenta di cambiare discorso, guarda più volte l’orologio al polso, il milanese ha fame! Se è in piedi, poi, i passi avanti e indietro iniziano a farsi sempre più irrequieti.
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Uno schiocco di dita e si parte
Sveglia! La professoressa che cerca di catturare l’attenzione degli studenti, il datore di lavoro che pretende (verbo decisamente milanese) che i dipendenti si diano una mossa sulla tabella di marcia.
Nel resto d’Italia lo schioccare delle dita è ormai in disuso; a Milano andiamo di corsa, non abbiamo tempo di preoccuparci di queste cose, se non ti dai una mossa con le parole, ci penseranno il pollice o il medio.
Lo sguardo dall’alto al basso
Chiudendo con un aspetto critico, questo è un gesto che non avviene solo a Milano, ma in tutta Italia. E non è affatto piacevole per chi lo riceve.
Spesso comunica disprezzo o senso di superiorità da parte del comunicante, e viene codificato (giustamente) come un guanto di sfida da parte di chi lo riceve. Nella maggior parte dei casi, è un gesto che inseriremmo volentieri nel dimenticatoio della comunicazione non verbale!
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Ve ne vengono in mente altri?
Fonte: MilanoCittàStato