Nel 2019, l’equinozio di primavera cade il 20 marzo, alle 20:58 in Italia. Ecco che cosa è da un punto di vista astronomico e qual è la sua storia
Può essere il 19, il 20 o il 21 marzo e quest’anno, per la 12esima volta consecutiva sarà il 20 marzo, nel 2019 alle ore 20:58 di oggi. E non è un errore. L’ equinozio di primavera, infatti, contrariamente da quello che abbiamo imparato da bambini e da quanto stabilito inizialmente dal Concilio di Nicea nel 325 d.C. e poi confermato nel 1582 da Papa Gregorio XIII, non cade necessariamente il 21 marzo.
Con il termine equinozio, ci si dovrebbe riferire non a un giorno, ma a un istante. Quello in cui il Sole attraversa, passando dall’emisfero australe a quello boreale in marzo e viceversa in settembre durante l’equinozio di autunno, l’orizzonte celeste e tocca il cosiddetto punto vernale: ovvero l’intersezione tra l’ eclittica e l’equatore celeste. Questo istante, in Italia e nel 2016, cade alle 5:30 del 20 marzo.
Ovviamente non è il Sole a muoversi, ma è la Terra a raggiungere il punto della sua orbita in cui poi apparentemente la nostra stella sembra compiere questo passaggio.
Questo è il punto in cui l’asse terrestre, che possiede un’inclinazione di 23°27’ (motivo per cui eclittica ed equatore celeste non cadono sullo stesso piano), è quasi parallelo al Sole e quindi i suoi raggi arrivano perpendicolarmente o quasi sulla superficie terrestre.
Ciò nonostante e a discapito dello stesso nome equinozio (dal latino “equi-nox“, “notte uguale” al dì), non è vero neanche che in questo giorno, o nel suo corrispettivo autunnale, le ore di luce siano esattamente quante quelle di buio.