Non si è mai stati veramente a Milano senza aver visitato almeno una volta la Triennale. Un mix eterogeneo di elementi diversi che si completano a vicenda e che rendono la visita indimenticabile.
La Triennale è un’istituzione nella città ed è meta per appassionati di design ed architettura ma non solo.
Ci sono alcune curiosità che non tutti conoscono sulla sua nascita, come per esempio che non è nata nel capoluogo lombardo. Ecco qui 5 fatti poco noti sulla Triennale di Milano.
La Triennale non è nata a Milano
La Triennale di Milano non è nata a Milano, come si potrebbe pensare, bensì a Monza nel 1923. Inizialmente si chiamava Biennale delle arti decorative e nella Villa Reale della città brianzola si sono tenute nel 1925, nel 1927 e nel 1930 la seconda, la terza e la quarta edizione.
Solo dopo 10 anni si è trasferita a Milano sotto la guida di Gio Ponti e Mario Sironi.
La sala da ballo
Nel 1933 Muzio aveva deciso di suddividere il palazzo in tre settori: gli uffici, la zona espositiva e il Loisir, in cui c’erano anche un ristorante con la sala da concerti e altri spazi destinati al pubblico.
Nel 1943, durante l’occupazione nazista in Italia, il ristorante è stato trasformato in un circolo ricreativo per gli alti ufficiali tedeschi e ha preso il nome di Ballhaus, cioè “sala da ballo”.
Il concerto di Jimmi Hendrix
Il 23 giugno del 1968 l’edificio entra nella leggenda musicale con il primo concerto di Jimi Hendrix: dentro oltre mille persone assistono alla sua performance, fuori una folla in delirio tenta di entrare nel locale.
Il Palazzo dell’Arte
A progettare l’edificio che è diventato sede della rassegna, infatti, è stato l’architetto Giovanni Muzio, che nel 1933 ha completato la costruzione di quello che oggi conosciamo come Palazzo dell’Arte.
Artisti innovativi
Il ruolo innovativo dell’esposizione è stato uno dei punti chiave della Triennale fin dalle prime edizioni: già nel 1933 artisti come Giorgio De Chirico, Mario Sironi e Carlo Carrà scelsero di esporre le loro opere.
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Un post condiviso da Cristiano Seganfreddo Politi (@seganfreddo)