Con il Covid si spreca meno cibo
Oggi è la Gionata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, il report Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability ha confermato che il Covid e i diversi lockdown hanno aumentato il consumo consapevole di cibo: gli sprechi, seppur ancora consistenti, sono diminuiti.
Il rapporto rileva che nell’anno appena concluso ogni persona ha sprecato 27 kg di cibo a testa, l’11,78% in meno rispetto al 2019.
Secondo i dati del 2020, lo spreco in Italia vale ancora 9,7 miliardi di euro, tuttavia si pone maggiore attenzione alla tematica: tra le diverse soluzioni green, c’è chi sceglie di portarsi il pasto a lavoro, conservare gli avanzi in frigorifero invece di buttarli.
La consapevolezza aumenta in modo disomogeneo
Gli scarti alimentari diminuiscono soprattutto al Nord (489,4 grammi alla settimana, rispetto una media di 529,3 grammi); si registra, invece, meno scrupolosità nel Meridione (602,3 gr la settimana) e trai ceti più bassi (+9% rispetto la media), con differenze in base agli alimenti sperperati.
I nuclei familiari composti da adulti e bambini sprecano maggiori quantità di cibo: circa il 15% in più dei single; inoltre, in città i numeri sono più alti rispetto ai piccoli comuni.

Perché c’è la tendenza a sprecare?
L’indagine Ipsos evidenza tra i motivi principali dello spreco la disattenzione: le persone si dimenticano di controllare la scadenza degli alimenti (46%), oppure si acquista frutta e verdura già deperita (42%). Molto spesso si comprare troppo rispetto al necessario (29%) anche per mancata organizzazione (28%). Trai cibi più sprecati troviamo la frutta fresca (37%), poi la verdura fresca (28,1%), cipolle, aglio e tuberi (5%), insalata (21%) e pane fresco (21%).
Fonte: Il Fatto Quotidiano