L’esposto è arrivato in Prefettura con allegata una lunga serie di pagine per contenere tutte le firme: 224 residenti e appassionati d’arte preoccupati per il degrado di piazza Sant’Alessandro, gioiello della città all’ombra della basilica barocca seicentesca e dei palazzi delle famiglie patrizie milanesi (Trivulzio, Pusterla Brivio).
L’appello dei residenti è dovuto ad una “situazione invivibile” dovuta al continuo clienti di una focacceria di successo.
Le accuse: il consumo delle focacce in “suolo pubblico e privato“; il lascito di immondizia in quantità, soprattutto sulla gradinata della chiesa; le costanti code di clienti e rider che intralciano il traffico occupando anche i passi carrai; i clacson suonati; gli schiamazzi notturni; e gli assembramenti anche oltre il coprifuoco con violazione del divieto di consumazione vicino ai locali.
Da inizio luglio 2020, data di apertura del locale, l’antico vinaio era già nel mirino delle ordinanze “anti-panino” della giunta Nardella in via dei Neri, nel cuore di Firenze.
Infatti, con il dilagare dei dehors d’emergenza, la situazione degli altri bar ed enoteche presenti da anni “non aveva mai presentato situazioni simili” nei lustri precedenti.
Affermano i residenti della zona tra via Lupetta e via della Palla, uno degli angoli della più sofisticato.
La chiesa di Sant’Alessandro
La chiesa, voluta dai barnabiti, fu voluta dal cardinale Federigo Borromeo, sulle ceneri del carcere Zebedia (dove fu imprigionato Alessandro, soldato martire delle persecuzioni ai cristiani), laddove in epoca romana c’era un muro a separare la città dai campi.
“Vedere le macchie di grasso sugli scalini non è certo l’esempio di una adeguata tutela e valorizzazione del patrimonio culturale” spiegano i residenti.