Impossibile trovare posto al ristorante nel weekend? Eppure i guadagni sono ancora lontani dai livelli pre-pandemia.
Ristoranti da tutto esaurito nei weekend, con i tavoli prenotati per brunch, cena in famiglia o con gli amici.
Tavole calde piene nella pausa pranzo, perché con la fine dello smart working gli uffici si stanno ripopolando.
Anche i ristoratori del dopo teatro stanno iniziando a vedere i primi frutti del ritorno alla capienza piena.
I locali sono tornati a ripopolarsi e si respira un po’ di normalità, “anche se siamo lontani dai livelli pre-pandemia. Ci vorranno anni per medicare le ferite e recuperare le perdite”, commenta Lièòno Stoppani presidente di Epam, l’Associazione dei pubblici esercizi milanese.
“La ripartenza si concentra nel secondo semestre di quest’anno, ma non è certamente una crescita, considerando tutto quello che i ristoratori hanno perso: nel 2020, fra lockdown e restrizioni, circa 1,8 miliardi di euro rispetto al periodo pre-Covid. Quest’anno, invece, perderanno circa 1,2 miliardi”.
Si pensa positivo
Tuttavia, i gestori sono abbastanza positivi, poiché la gente sembra abbia cambiato mentalità: ha voglia di riprendere le vecchie abitudini pre pandemia.
Per questo motivo ristoranti e bar vengono presi d’assalto.
Va considerato che sono ancora in vigore le limitazioni anti-contagio (come la distanza di un metro tra tavoli), il green pass obbligatorio per mangiare al chiuso, ma non all’aperto.
I locali con giardino e dehor, visto le temperature ancora miti, ne approfittano per accogliere più clienti.
Presto il freddo bloccherà le cenette all’esterno; e chi è sprovvisto di certificazione verde non potrà consumare all’interno; ci si aspetta, dunque, un calo degli scontrini.
La pausa pranzo
Una nota «positiva», invece, dicono da Epam, è “il ritorno della pausa pranzo”:
milanesi e pendolari stanno tornando al lavoro in presenza e di conseguenza le tavole calde e i bistrot sono affollati durante il break per mangiare.
Secondo Confcommercio, la pausa pranzo “rappresenta il 25-30% del fatturato annuo dei pubblici esercizi”.