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Un nuovo museo a Milano: il Sepolcreto della Ca’ Granda
Andrea Mingucci
1 Aprile 2022

Nella città di Milano il Sepolcreto della Ca’ Granda diventa un museo. Infatti, iniziano le visite guidate nella cripta presente sotto il vecchio ospedale.

Le ricerche nella Cripta

Cristina Cattaneo è la direttrice del Labanof e un medico legale. Ha iniziato a lavorare alle stanze presenti sotto l’antico ospedale durante l’anno 2018. In questi anni ha individuato 14 camere sotterranee in cui erano presenti le ossa di pazienti morti durante gli anni del 400/600.

Infatti, a partire dall’anno 2018 la Cripta è stata oggetto di studi da parte del progetto “Il Sepolcro della Ca’ Granda, un tesoro storico e scientifico di Milano”. La Regione Lombardia ha finanziato l’iniziativa e Cristina Cattaneo e da Fabrizio Slavazzi l’hanno diretta.

Cristina Cattaneo, come abbiamo già detto, oltre ad essere un medico, è anche la direttrice del Laboratorio di antropologia e odontologia forense, detto Labanof. Mentre, Fabrizio Slavazzi è un archeologo ed un docente del dipartimento Beni culturali e ambientali dell’Università Statale di Milano

Oltre a Cristina e Fabrizio, di fondamentale importanza nella ricerca presso la Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico è anche stato l’Archivio del Politecnico di Milano. Luogo in cui erano presenti moltissimi dati importanti dei cittadini che componevano la Milano del Seicento. Infatti, i ricercatori hanno iniziato a studiare partendo proprio dai pazienti dell’Ospedale Maggiore.

Sepolcreto Ca Granda Milano

Sepolcreto Ca’ Granda di Milano

Il Museo del Sepolcreto Ca’ Granda

L’importante lavoro di ricerca è stato discusso e reso pubblico ieri, 31 marzo 2022. Questo è stato possibile trasformando il vecchio ospedale in un museo aperto al pubblico ed a delle visite guidate.

Il progetto è stato presentato dal presidente della fondazione IRCCS Ca’ Granda, Marco Giacchetti, da Marina Carini, da Maria Pia Abbracchio ed, infine, dai docenti dell’Università Statale di Milano, Cristina Cattaneo, Alessandro Porro e Fabrizio Slavazzi. 

Fondamentale è stato anche il contributo, appunto, del professore di Storia della medicina, Alessandro Porro, che ci tiene a puntualizzare l’importanza di questo progetto per la storia della medicina, soprattutto quella italiana.

 

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