Ora che il vaccino Johnson &Johnson è stato sospeso negli Usa, come cambierà la campagna vaccinale in Italia?
Speranza: “Prenderemo la via migliore, ma dovrà essere utilizzato”.
Il timore più forte adesso riguarda la mancanza di dosi, ma anche l’effetto che il blocco del vaccino Johnson & Johnson potrà avere sui cittadini.
Entro la fine di giugno è prevista una fornitura da 7 milioni di dosi, se la sospensione dovesse durare a lungo le conseguenze sarebbero gravissime.
Inoltre, potrebbero portare alla rinuncia anche fra chi si è già prenotato, come sta accadendo per AstraZeneca.
Ipotesi: limitarlo agli over 60
Al momento le forniture sono state interrotte, il problema potrebbe sorgere però entro qualche giorno quando le agenzie regolatorie concederanno il via libera all’inoculazione del preparato di Johnson & Johnson.
L’ipotesi è prevedere una limitazione per chi ha meno di 60 anni, autorizzandone l’uso per tutti gli altri.
Ma a quel punto sarà obbligatorio rivedere la distribuzione per garantire che ogni fascia di età abbia a disposizione il vaccino adatto, evitando che questo nuovo intoppo allunghi ulteriormente i tempi della campagna.
La riunione tra Speranza e l’Aifa
L’annuncio della sospensione decretata negli Stati Uniti arriva mentre i camion della Janssen entrano nella struttura di Pratica di Mare, alle porte di Roma, dove vengono custodite le scorte.
Il ministro della Salute Roberto Speranza convoca una riunione urgente con gli esperti di Aifa, l’Agenzia del farmaco,
che fornisce le linee guida e le indicazioni d’uso.
All’incontro ha partecipato anche il direttore della Prevenzione Giovanni Rezza.
Roberto Speranza
La sospensione delle consegne
La casa farmaceutica fa sapere di aver sospeso le consegne in via precauzionale,
l’Italia decide di non diramare alcuna direttiva.
Una decisione che Speranza apprezza “perché bisogna evitare che ognuno vada per sé” e poi conferma che non si tornerà indietro:
“Appena l’Ema e Stati Uniti ci daranno notizie definitive,
prenderemo la strada migliore ma penso che anche questo vaccino dovrà essere utilizzato perché è importante”.
La programmazione
La percentuale di immunizzati è bassa rispetto alla programmazione iniziale.
Nei 4,2 milioni di dosi previsti in consegna nei prossimi sette giorni sono infatti conteggiate le 175mila di AstraZeneca e le 184mila di Johnson & Johnson.
Per rimanere in linea con la tabella di marcia è indispensabile che Pfizer e Moderna rispettino gli accordi.
Ieri si sono intensificati contatti e pressioni sui responsabili delle case farmaceutiche per scongiurare ulteriori ritardi.
Ma anche dichiarazioni pubbliche di ministri ed esperti per rassicurare i cittadini evidenziando come “gli eventi avversi di Johnson & Johnson sono in percentuale minima rispetto ai vaccini inoculati”.
Meno casi di trombosi rispetto ad AstraZeneca
La ministra per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini afferma:
“Questa sospensione crea disagi e preoccupazione.
(Tuttavia) i casi sono in un numero inferiore a quelli di AstraZeneca e ciò dimostra che c’è trasparenza e sorveglianza sui vaccini”.
La decisione del governo è attendere l’esito delle analisi e il pronunciamento di Ema, che dovrebbero arrivare entro la fine della settimana,
poi concedere il via libera a Johnson & Johnson sia pur con limitazioni.
Sperando di non dover riscrivere il piano.