Milano: quanti stadi di calcio dovrebbe avere il capoluogo lombardo?
Il 3 e 4 ottobre Milano sarà chiamata a scegliere il nuovo sindaco.
La questione stadio Meazza entra nella campagna elettorale: il pensiero di Beppe Sala e Luca Bernardo a confronto.
Le posizioni dei due candidati sindaci
L’idea di Inter e Milan di abbattere il “vecchio” impianto per costruirne uno nuovo da zero per ora si è arenata e da settimane non si fanno passi avanti.
Fabio Focarile, primario di pediatria del Fatebenefratelli, ha riproposto un’idea che nei giorni scorsi era già stata lanciata da Ignazio La Russa, senatore meneghino del partito Fratelli d’Italia, che aveva ipotizzato di mantenere “viva” la Scala del calcio per le partite di cartello.
Secondo Bernardo:
“La risposta è semplice per noi: l’idea di Inter e Milan di fare il nuovo stadio deve essere accolta. Ma attenzione: io non sono per l’abbattimento del Meazza.
Quello stadio è degli anni Trenta e non sappiamo cosa c’è dentro il cemento.
All’interno di quel cemento potrebbero esserci polveri che potrebbe creare danno ambientale.L’importante è riqualificare la zona, ciò che si recupererà dal nuovo stadio aiuterà l’urbanizzazione.
Dobbiamo da una parte, come dicono Milan e Inter, costruire il nuovo stadio e dall’altra non abbattere il Meazza e non sottovalutare l’impatto ambientale del vecchio stadio che deve diventare qualcosa in grado di rendere la città attrattiva”.
L’attuale primo cittadino, da sempre favorevole al nuovo San Siro ed evidentemente non contrario a buttare giù il Meazza, ha invece idee opposte.
Infatti, secondo Sala la soluzione di mantenere attivi e funzionanti due stadi nel quartiere di San Siro è “impossibile”.
“Il costo per mantenere lo stadio è enorme e, se dicessimo che il vecchio San Siro lo usiamo per le Nazionali, voglio vedere le altre città cosa rispondono.
Una struttura così importante deve essere utilizzata.L’unica cosa che mi sentirei di escludere è l’utilizzo dei due stadi.
Dobbiamo sempre, soprattutto in campagna elettorale, non cedere alla tentazione di accontentare tutti perché poi c’è una cosa da accontentare:
il bilancio del comune”.