“Non vogliamo la mimosa, ma il tuo rispetto”, così recita uno degli striscioni di Non una di meno durante il corteo organizzato contro la statua di Indro Montanelli.
Ecco perché.
Il perché del corteo femminista contro Indro Montanelli
Ieri si è celebrata la Festa della Donna e uomini, donne, ragazzi e ragazze si sono uniti in cortei femministi che hanno sfilato in tutta Milano. In particolare, le attiviste di Non una di meno hanno rimarcato la loro posizione scagliandosi contro la statua di Indro montanelli.
Il corteo autorizzato è partito intorno alle sette di sera da piazza Duca d’Aosta, per proseguire fino a piazza della Scala e protestare davanti a Palazzo Marino, sede del Comune, contro lo “smantellamento della sanità e il caro affitti“.
In seguito, la manifestazione si è spostata davanti all’ospedale Fatebenefratelli in quanto, secondo le organizzatrici della protesta, “è l’ospedale di Milano in cui è più difficile accedere per l’interruzione di gravidanza“.
Infine, la protesta si è conclusa ai giardini Montanelli.
Il motivo per cui le femministe hanno rivolto parole e frasi aggressive alla statua di via Manin, e quindi al ricordo di Indro Montanelli, fa riferimento alle nozze tra il giornalista e la giovanissima Destà in Etiopia, durante la guerra.
A tal proposito, lo stesso Indro ha raccontato l’episodio cercando di giustificarsi, contestualizzando il gesto con l’epoca e l’ambito socio-culturale in cui è avvenuto, ma non ha convito il movimento per le donne.
Il grido di Non una di meno
Davanti all’entrata del parco dedicato al giornalista, donne e uomini di Non una di meno ha esposto uno striscione che recita:
Stupro, pedofilia e colonialismo non sono errori
In seguito, le attiviste hanno rimarcato il loro pensiero contro Indro Montanelli, ribadendo la loro volontà di abbattere la statua:
Questa statua verrà giù, non sappiamo bene quando e in che giorno, ma la statua verrà giù
Voi cosa ne pensate del corteo contro Indro Montanelli?