A Milano, Torre Velasca è un’icona indiscussa dello skyline cittadino, il grattacielo dall’inconfondibile silhouette che unisce tradizione e innovazione.
La torre in cemento armato di 26 piani, venne completata nel 1957 in 292 giorni.
Caratterizzata da una strategica forma a fungo, per conferire alle residenze private poste agli ultimi livelli un maggiore spazio, vanta 106 metri d’altezza.
Si ritiene tra le più significative degli anni Cinquanta, in quanto simbolo della rinascita post-bellica di Milano.
Scopriamo alcune curiosità su Torre Velasca!
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5 cose che forse non sai sulla Torre Velasca
- Costruita negli anni Cinquanta dallo Studio BBPR, la Torre Velasca riflette ancora oggi il pensiero teorico di Ernesto Nathan Rogers, portavoce di un’idea alternativa di modernità in continuità con il passato.
La torre, lontanissima dallo stereotipo del grattacielo di stile internazionale, si distinse per un’evasione dal conformismo e dal Movimento Moderno, scatenando un forte dibattito.
In seguito ai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, la piazza intitolata al governatore spagnolo Juan de Velasco, che governò il Ducato di Milano nel XVII secolo, venne riedificata dai BBPR nel contesto di costruzione della torre.
Per questo motivo le venne assegnato il toponimo “Velasca”.Torre Velasca Milano
- La morfologia della Torre Velasca è ricca di riferimenti all’architettura medievale lombarda ed in particolare alla Torre del Filarete del Castello Sforzesco.
L’ubicazione nella piccola piazza e il conseguente slancio verticale, con i piani più alti in aggetto, richiama volutamente il modello delle torri antiche. Riferimenti neogotici sono anche rintracciabili nella specie di “guglia” in alto. - Un anno dopo la sua costruzione, la torre finì al centro del dibattito per la competizione creatasi con il grattacielo Pirelli di Gio Ponti e Pier Luigi Nervi.
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- Torre Velasca al cinema.
La Torre compare in diversi film: Il vedovo di Dino Risi del 1959, con Alberto Sordi e Franca Valeri; in Milano calibro 9 di Fernando Di Leo, un poliziesco del 1972 con Barbara Bouchet, e in Durante l’estate, pellicola drammatica del 1971 di Ermanno Olmi.
La vediamo anche in 1992, serie televisiva del 2015 che racconta le vicende di Tangentopoli. - I milanesi l’hanno soprannominata affettuosamente “il grattacielo con le bretelle”.
Il giornalista Beppe Severgnini, in un articolo del Corriere intitolato “Se la Torre Velasca fosse a Manhattan”, descrive l’edificio come un originale e strambo “capoccione di cemento con tiranti improbabili”, conseguenza di quell’Italia “ottimista e casinista” del miracolo economico.
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