Il 15 settembre sarà eretta la prima statua dedicata ad un personaggio femminile;
nel capoluogo lombardo infatti ci sono oltre 140 monumenti, tutti maschili!
Sorgerà in piazza Belgioioso, la statua in bronzo a grandezza naturale dedicata alla patriota e principessa rivoluzionaria Cristina Trivulzio di Belgioioso.
Commissionata dalla Fondazione Brivio Sforza, con il patrocinio del Comune e in collaborazione con l’Impresa culturale creativa le Dimore del Quartetto.
Chi era Cristina Trivulzio di Belgioioso?
Giornalista, anima dei salotti culturali, tra le protagoniste del Risorgimento italiano, imprenditrice che venne esiliata alcuni anni a Parigi.
Fu editrice di giornali rivoluzionari, e molte sue opere sono incentrate sugli anni della prima guerra d’indipendenza.
A 16 anni rifiutò il matrimonio combinato con un cugino e sposò, sconsigliata dagli amici, il principe Emilio di Belgioioso: bello, giovane e intento a dilapidare allegramente il suo patrimonio.
Quando lui la tradì, lei lo lasciò senza tentennamenti nonostante lo scandalo.
L’accordo matrimoniale si risolse pacificamente in un rapporto d’amicizia che durò tutta la vita.
A proposito di scandali: Cristina ebbe una figlia, Maria, di cui non si è mai saputo davvero chi fosse il padre.
Qualcuno sosteneva fosse il frutto di un rapporto occasionale con il marito, altri che fosse figlia del suo grande amore, François Mignet, figlio di un fabbro.
Patriottismo
Verso la fine degli anni Venti, Cristina cominciò a frequentare i patrioti, cosa nota alla polizia di Milano. Sentendosi minacciata, scappò prima in Svizzera, poi in Francia.
A Parigi scrive articoli, fa offerte a giornali patriottici, aiuta numerosi fuorusciti italiani, finanzia anche un tentativo di colpo di stato mazziniano in Sardegna, perora la causa italiana nel mondo che conta della capitale francese.
Si trova a Roma quando scoppiano le Cinque Giornate di Milano.
Organizza quello che venne denominato l’‘esercito Belgioioso’, ovvero 200 volontari portati in piroscafo fino a Genova e da lì a Milano.
Poco tempo dopo si unì ai patrioti della Repubblica Romana.
“Inventa” le infermiere
È colei che “inventa” le infermiere: dame aristocratiche, donne borghesi e anche qualche prostituta.
Arriva fino a Costantinopoli, in Turchia, dove, con soldi a prestito, acquista una proprietà,
fonda una colonia agricola aperta a profughi italiani, assiste la popolazione locale,
si guadagna da vivere scrivendo articoli di sorprendente verismo sull’Anatolia, il Libano, la Siria, la Palestina.
Nel 1861, dopo la proclamazione della tanto agognata unità d’Italia,
la principessa di Belgioioso lascia serenamente ogni attività politica e vive tra Milano, il lago di Como e Locate, dove muore nel 1871, a 63 anni.
Il ricordo di figure femminili
Negli scorsi giorni, nel capoluogo meneghino, è stato dedicato un viale anche a Rita Levi-Montalcini nell’ex Area Expo.
Un piccolo passo per riequilibrare una tendenza piuttosto sconvolgente: nel 2018, solo 135 su 4241 tra vie e piazze erano dedicate a donne. Quasi tutte sante, madonne e penitenti.