Almeno due monitoraggi con la curva epidemiologica in discesa e il terzo che conferma l’abbassamento dell’indice di contagiosità.
È questa la condizione per allungare almeno alle 23 l’orario del coprifuoco, il compromesso raggiunto dalla maggioranza di governo per modificare il decreto entrato in vigore il 26 aprile.
Una data di svolta è quella del 14 maggio, quando sarà chiaro se le riaperture di bar e ristoranti all’aperto e dei luoghi dello spettacolo abbiano influito sull’andamento dei contagi e soprattutto sulla tenuta delle strutture sanitarie.
Il decreto
Nel provvedimento fino al 31 luglio è specificato che le misure in vigore saranno modificate seguendo i dati che settimanali, ma anche il risultato della campagna vaccinale nelle diverse regioni.
Il coprifuoco è però una misura nazionale, quindi dovrà essere fissato in maniera che possa valere in tutta Italia. Bisogna quindi tenere conto anche delle aree dove l’incidenza è ancora alta tanto che il valore dell’Rt incrociato con gli altri indicatori fissa la permanenza nella fascia arancione o rossa.
Il doppio monitoraggio
Il primo monitoraggio per valutare la situazione è quello di domani, anche se i dati non forniscono una fotografia istantanea perché si basano su rilevamenti della settimana precedente.
Quello che davvero risulterà indicativo sarà invece il report del 7 maggio, 15 giorni dopo l’entrata in vigore del decreto che ha riportato gli studenti in presenza, con un maggior affollamento sui mezzi pubblici e soprattutto una circolazione dei cittadini nelle regioni gialle che dalle 5 alle 22 non prevede alcuna limitazione.
Inoltre, terrà conto del fine settimana del 1° maggio, quando sarà inevitabile un affollamento nelle località di mare e di vacanza, così come nei ristoranti e nei bar, sia pur esclusivamente all’aperto.