Purtroppo è accaduto. Il Cinema Odeon di Milano chiude ufficialmente dopo l’ultima proiezione di questa sera e verrà trasformato in un centro commerciale con uffici. Un pezzo della storia milanese che scompare in favore di negozi di lusso e ristoranti.

L’Odeon chiude oggi: nulla dopo il traguardo dei 94 anni

Oggi, grazie alle piattaforme di streaming, guardare i film è la normalità, quasi un sottofondo di routine che riempie le nostre serate casalinghe.
Nel 1929, però, quando l’Odeon apparve per la prima volta a pochi passi dal Duomo di Milano, non era così.
I film si guardavano al cinema: ci si sedeva e si rimaneva estasiati durante tutto il tempo della proiezione, per poi tornare a casa e parlare dell’avventura vista per giorni e giorni.
Una sorta di divismo aleggiava tra i vecchi monosala e multisala meneghini, che erano considerati uno tra i migliori modi per trascorrere una serata.

Oggi, di quei 160 cinema d’epoca che hanno fatto la storia del cinema a Milano, ne rimangono solo 28, ma il numero è destinato a scendere.
Certo, ai tempi ogni cinema poteva ospitare, contemporaneamente, un ristretto numero di film, mentre oggi possiamo usufruire di una programmazione che vanta, alla stessa ora, decine di pellicole.

L’Odeon è stato un protagonista di questi cambiamenti, del modo di vedere il cinema, ma anche questo pezzo di storia milanese ha esaurito il suo tempo.

Già in questo articolo del mese scorso abbiamo parlato dell’ormai segnato destino del The Space del Duomo di Milano, ma non siamo riusciti a rassegnarci al fatto che questa potesse essere l’unica conclusione di un così bell’esempio di cinema storico.
Purtroppo, è andata come temevamo.

L’ultima proiezione dell’Odeon di Milano

Oggi, 31 luglio, alle 22:00 ci sarà l’ultima proiezione e poi si chiuderanno i battenti.
Al suo posto, sorgerà un “Hub esperienziale”, traducibile nell’ennesimo centro commerciale di lusso con ristoranti, negozi ed uffici, giusto a due passi dalla Rinascente, un già presente centro commerciale di lusso.

Si potrebbe dire che il vecchio deve necessariamente fare spazio al nuovo, ma di quale nuovo abbiamo realmente bisogno?